La sbornia degli affitti brevi per la Milano Design Week
Dicevamo giusto in questi giorni che Sala e Maran considerano un problema per la città i 15.000 appartamenti dedicati agli affitti brevi. Li considerano un problema perché secondo loro sono appartamenti in meno da destinare a chi a Milano vorrebbe vivere. A me questa cosa detta da loro suona un po' strana...
Nella narrazione dei nostri amministratori comunali Milano è la città dove vieni per gli eventi, per fare gli apericena sui Navigli, attrattiva per i turisti e per gli investitori, la città dove entri, consumi ed esci, quindi i proprietari di appartamenti con affitti brevi non fanno altro che adeguarsi a una Milano che non si concentra sui suoi abitanti, ma su chi è di passaggio e porta quattrini senza aver bisogno di nient'altro che i mezzi pubblici mediamente funzionanti e un po' di pulizia nelle vie del centro.
Niente cose inutilmente onerose come scuole, aria pulita, edilizia sociale e viabilità.
Quindi questi 15.000 appartamenti non sono altro che l'ovvia conseguenza delle scelte dei nostri amministratori e i proprietari li fanno fruttare al massimo, d'altra parte sono i dané il motore di questa Milano e nella Design Week ci danno dentro, come dar loro torto?
Agli abitanti veri di queste zone la vita si stravolge per una decina di giorni se non più, considerando i pre-salone e i post-salone, allestimenti e smontaggi. Subiscono l'aumento vertiginoso dei prezzi nella settimana, dal caffé al bar alla spesa, il traffico e il rumore decuplicati, i rientri a tarda notte di allegre e vocianti compagnie. Son contenti solo coloro che fanno cassa, come al solito in questa Milano ne' carne ne' pesce.