La sbornia degli affitti brevi per la Milano Design Week

Dicevamo giusto in questi giorni che Sala e Maran considerano un problema per la città i 15.000 appartamenti dedicati agli affitti brevi. Li considerano un problema perché secondo loro sono appartamenti in meno da destinare a chi a Milano vorrebbe vivere. A me questa cosa detta da loro suona un po' strana... 

Nella narrazione dei nostri amministratori comunali Milano è la città dove vieni per gli eventi, per fare gli apericena sui Navigli, attrattiva per i turisti e per gli investitori, la città dove entri, consumi ed esci, quindi i proprietari di appartamenti con affitti brevi non fanno altro che adeguarsi a una Milano che non si concentra sui suoi abitanti, ma su chi è di passaggio e porta quattrini senza aver bisogno di nient'altro che i mezzi pubblici mediamente funzionanti e un po' di pulizia nelle vie del centro.

MILANO, da città con il cuore in mano a città attrattiva

Mi piacerebbe riflettere sulla parola "attrattiva", parola  che ha sostituito la definizione che dal dopoguerra fino agli anni '80 definiva Milano. Milano una volta non era attrattiva, era la città cunt el coer in man (con il cuore in mano), la città che accoglieva, dava lavoro e opportunità per una vita migliore. Milano è stata la città del riscatto per intere generazioni dal dopoguerra fino a un passato recente in termini di storia, ma che sembra lontano millenni dalla Milano di oggi.
 

San Siro

San Siro non è sempre stato uno stadio. Prima era un gruppetto di case sulla via da Milano verso Novara. Poche cascine a tiro delle campane della chiesa di san Siro alla Vepra. La Vepra è un affluente della Vettabbia, che un tempo allagava (in buona compagnia) Milano. Oggi della Vepra non rimane traccia (visibile) e il villaggio è diventato un quartiere: San Siro.

Che vuol dire stadio, ippodromo, ville molto belle, cottages in stile inglese con stalle per galoppatori e trottatori e case popolari che quando ci sono i concerti allo stadio non si riesce a dormire. Della chiesa di un tempo è rimasta solo l’abside: la parte anteriore sembra entrata in una costruzione degli anni Trenta come un treno in una galleria. Dunque “stadio di San Siro” vuol dire lo stadio che si trova nel quartiere omonimo. Di questi tempi vuol dire anche altro: soldi, forse corruzione e finanza globalizzata e nella cronaca ci sono tanti attori.

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