Per vivere a Milano servono 4.455 euro al mese
Servono ben 4.544 euro al mese per potersi permettere un bilocale entro i confini del comune di Milano, peccato che le entrate medie mensili siano di 1.907 per le persone single e 3.432 per le coppie*. Immagino che molti lavoratori tra impiegati, commessi, operati etc. stiano già pensando “a prenderli 1.907 euro al mese!!”, sappiamo che questa cifra da media statistica è sovradimensionata in un Paese dove la maggioranza si considera fortunata quando percepisce uno stipendio di 1.200 euro netti al mese. In una situazione ideale, la spesa per l’affitto dovrebbe corrispondere a una quota non superiore al 30% dello stipendio invece, come molti di noi sanno, l'affitto se ne mangia almeno la metà.
La triste realtà è che se le statistiche sullo stipendio medio sono poco corrispondenti, a Milano servono veramente 4.544 euro al mese per affittare un bilocale, un bilocale vero con ingresso, due stanze, più bagno e cucina. La cifra è reale, qui non c'è statistica che tenga perché i prezzi di mercato per affitto, luce e gas, spesa e accessori sono conosciuti e aggiornati. Parlo di un bilocale vero, non di cucina, camera e bagno con un disimpegno di 1,5mq in ingresso, che prima della follia immobiliare era considerato per quello che è: un monolocale più bagno e cucina. Milano è la quarta città con i prezzi d'affitto più alti d'Europa ma, per quanto io ami la mia città, siamo sicuri che questi prezzi siano giustificati?
E quindi che si fa se si deve lavorare a Milano con uno stipendio di 1.200 euro al mese? Si cerca casa nei quartieri di casermoni della cintura (Abbiategrasso-Chiesta Rossa, Rogoredo, Corvetto etc.), ma siccome molta gente cerca casa in quelle zone perché altre non se le può permettere, ecco che anche lì i prezzi aumentano vertiginosamente in proporzione inversa al calo degli appartamenti disponibili.
Negli ultimi 7 anni gli affitti sono cresciuti del 40%, mentre gli stipendi solo del 5%, stipendi che sono cresciuti solo per chi ha la fortuna di essere ancora protetto dall'art. 18 o ha un impego nella pubblica Amministrazione, perché la maggior parte dei lavoratori viaggia tra part time, contratti a termine e contratti truffa rinnovati ogni mese dai 6 e gli 8 euro lordi l'ora.
Il Sindaco Anguilla Sala e l'Ineffabile Assessore Maran hanno quindi lanciato l'allarme (paura!!): bisogna porre un limite agli affitti brevi perché ci sono 15.000 appartamenti a Milano dedicati ai turisti di passaggio!! Chiedono quindi l'aiuto del Governo e della Regione per riproporre anche a Milano - che paragonano nella loro narrazione immaginifica a Berlino, Parigi e finanche a New York (sic!!) - una legge ad hoc per porre un tetto di tot. giorni l'anno e aggravamenti fiscali per gli affitti brevi. Dice Sala: “Noi non vogliamo metterci contro il piccolo proprietario che ha un singolo appartamento in affitto da 50mq però un po' di regolamentazione sugli affitti brevi va fatta perché in questo momento sono troppi gli appartamenti tolti a chi invece a Milano vuole vivere, e non solo durante i cinque giorni del Salone del Mobile”. L'obiettivo della regolamentozione riguarderebbe chi lo fa di lavoro, le società o i privati che affittano molti appartamenti, guarda caso attività molto invise agli albergatori milanesi che non sono certo una lobby da poco.
Se è vero che a Milano ci sono 15.000 appartamenti dedicati agli affitti brevi, come dichiarano Sala e Maran con un'ombra velata di sdegno, ce ne sono 13.000 vuoti tra case Aler e case in gestione MM. Questi 13.000 appartamenti sono una piccola cittadella, se fosse a disposizione soddisferebbe quasi per intero il bisogno di abitazioni pubbliche e già risolveremmo un pezzo del problema. Potremmo quindi dire al Sig. Sala e al Sig. Maran - e perdonate il milanese - “guarda in ca' tua prima che in ca' di alter” (guarda in casa tua prima che in casa d'altri), ma questa è un'altra storia a cui dedicherò un altro spazio.
*Source: Corriere della Sera sui dati di Immobiliare.it che ha elaborato una serie di dati ipotizzando la disponibilità di reddito netto sulla base dell'ultima pubblicazione del MEF dei redditi lordi al netto delle imposte risalente al 2020